Vino bianco piemontese, Langhe e Roero al sapore di mare

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Non solo rossi: i vini bianchi prodotti in Piemonte sono eccellenti. Scopriamo di più sui bianchi piemontesi a partire dagli abbinamenti.

Vino bianco piemontese, Langhe e Roero al sapore di mare

Dubitare è saggio, ma a tavola meglio qualche certezza: con pietanze a base di pesce un vino bianco è sempre gradito. Nonostante anche alcuni rossi facciano un’ottima figura con i sapori ittici, quando la leggerezza di un bianco incontra il gusto così delicato del pesce, è subito amore, non solo tra essi. Attenzione però, il mix tra sentimenti e tavola può generare incertezze: guai a scegliere il vino in modo casuale.

Non basta dire semplicemente bianco perché ogni pesce ha le sue proprietà, ogni cottura le sue caratteristiche e ogni piatto il suo vino bianco. E di bianchi ne è piena l’Italia con patrimoni regionali adatti alle diverse occorrenze.

Basta solo tirare fuori queste ricchezze e scoprirle: nelle regioni meno probabili si nascondono vini bianchi eccellenti.

Li cercheresti tra Langhe e Roero? Esatto, in Piemonte, l’emblema delle migliori uve a bacca rossa, giacciono vini bianchi per piatti elaborati e palati sopraffini.

Il vino bianco piemontese è sinonimo di qualità. Possiamo fidarci, la storia e i riconoscimenti dei rossi lo confermano: il Piemonte ha un ruolo principale nello sviluppo dell’enologia italiana nel mondo. Questa regione gode di una varietà di bianchi IGT, DOC e DOCG sorprendente, in cui anche i più semplici vini da tavola hanno spesso qualità paragonabili ai grandi DOCG. Il clima continentale ne è garante: negli inverni freddi e lunghi si manifestano nebbia e precipitazioni costanti, nelle estati calde un’umidità notevole.

Il vino piemontese bianco nasce sulle colline pedemontane che danno il nome alla regione più estesa della penisola italiana. Il Piemonte ha una tradizione vinicola molto radicata e un’identità enologica ben definita, tanto che i vini piemontesi rossi e bianchi occupano un posto di rilievo tra i migliori vini italiani.
Nonostante in cima alle classifiche degli esperti vi siano solitamente etichette di vini rossi piemontesi pregiati, il vino bianco del Piemonte acquista posizioni sempre più rilevanti grazie alla sua grande varietà di sfumature molto apprezzata a livello internazionale.

Le aree delle Langhe e del Roero, famigerate per la produzione dei grandi rossi come Barolo e Barbaresco, sono anche la culla di uve bianche pregiate, come Arneis e Cortese, e della più tradizionale Chardonnay, tutti vitigni che singolarmente danno vita a vini bianchi piemontesi di rilievo.

Singolarmente perché i vini bianchi del Piemonte, così come molti rossi, derivano da monovitigno: questa caratteristica conferisce loro forte personalità, li rende netti ed emozionali, poiché altrettanto esclusiva è l’uva da cui provengono. Vini del genere, accostati a pietanze di pesce, fanno girare la testa, ma solo in senso figurato.

Partiamo da alcuni abbinamenti per scoprire molto di più sui bianchi piemontesi, dal terroir alle denominazioni e cantine:

 

Arneis, l’uva del Roero per un aperitivo “marino”

L’Arneis è il vitigno prediletto nel Roero, l’area geografica situata nella parte nord-orientale della provincia di Cuneo e divisa dalle Langhe dal fiume Tanaro. Questo vitigno ha un legame profondo con il suo territorio, tant’è che spesso viene chiamato anche Arneis Roero. La sua storia però non è sempre stata idilliaca: dopo molti secoli di eccellenti produzioni, la crisi della viticoltura, nel periodo tra le due guerre mondiali, ha colpito fatalmente anche questo vitigno. Solo alcuni decenni fa l’Arneis è stato recuperato e reso nuovamente uno dei migliori vitigni a bacca bianca del Piemonte.

Dall’Arneis derivano vini bianchi di grande eleganza.

Serra Lupini Roero Arneis su My Wine Store

Il Serra Lupini dell’azienda Negro è un Roero Arneis DOCG persistente, con finale sapido e minerale tipico dei terreni sabbiosi del Roero. Un vino piacevole ed immediato, che rappresenta appieno la tradizione della cantina; la famiglia Negro è stata una delle prime a vinificare l’Arneis in secco, iniziando nel 1970.

Il Serra Lupini presenta al naso note di frutta a polpa gialla, in cui dominano la pesca e la pera, insieme a nuance di fiori di acacia e frutti tropicali; si presenta con colore giallo paglierino intenso.

È un ottimo compagno per piatti a base di frutti di mare, crudi e passate di verdure.

 

Cortese, il bianco di Gavi che conquista i crostacei

Il Cortese nasce e resta nella provincia di Alessandria: è a Gavi che trova la sua massima espressione. Dopo anni di florida coltivazione, nell’800 anche il Cortese è vittima della fillossera, un insetto che in quegli anni compromette gran parte delle viti europee. Passata la crisi, i produttori del comune di Gavi ridanno al loro vitigno la sua identità e avviano una produzione che ha tutte le carte in regola per divenire una delle migliori. 

Cortese di Gavi su My Wine Store

Il tempo lo ha dimostrato: dal Cortese nasce il vino omonimo Cortese di Gavi, un bianco piemontese DOCG. Da coltivazione sostenibile e senza diserbanti chimici, questo bianco piemontese è fresco, aggraziato e di buona struttura.

Ottenuto da tecnologie moderne e rispetto per la tradizione, come i migliori vini piemontesi il Cortese di Gavi è sinonimo di qualità assoluta. Si presenta con colore giallo paglierino e con profumi leggermente floreali.

Accompagniamo l’intensità e la buona persistenza del Cortese della Tenuta Olim Bauda a piatti a base di crostacei o pesci saporiti.

 

Chardonnay, decantare e poi servire il primo

Lo Chardonnay è un vitigno molto versatile: le sue origini sono francesi, ma oggi ha una eccezionale resa in tutta l’area subalpina, nonché in Toscana e in Sicilia. A seconda del clima e del territorio in cui è coltivato, questo vitigno regala vini con diverse strutture e proprietà aromatiche. In Piemonte lo Chardonnay trova caratteristiche ambientali favorevoli alla sua produzione: è un vitigno presente ormai da molti anni, da cui nasce un vino bianco piemontese leggero e armonico nel gusto.

Ha grandi connotazioni lo Chardonnay firmato dalla cantina Gaya, un bianco complesso, con aromi di agrumi, dal carattere elegante, da far decantare per circa un’ora e poi accompagnare a deliziosi primi a base di pesce.

Chardonnay Propàgo su My Wine Store

Particolarmente fine ed elegante è lo Chardonnay dell’Alta Langa della cantina Enrico Serafino, il Propàgo. Colore giallo paglierino e riflessi dorati, perlage fine e persistente, il Propàgo è ampio e invitante, al tempo stesso delicato, con sentori di fiori di tiglio, agrumi, miele e note minerali.

Si distingue per la speciale affinità tra naso e palato, dove risulta complesso, verticale, asciutto, elegante e intenso. La trama ricca è croccante e il finale propone un lungo retrogusto minerale.

Uno Chardonnay 100%, eccellente come aperitivo con pesce e crostacei.

 

Il terroir del vino piemontese

Vitigni e terroir vino bianco piemontese

Il vino del Piemonte non avrebbe tali doti organolettiche senza il particolare terroir della regione. L’alternanza di zone montuose e collinari, il clima continentale con importanti escursioni termiche e la buona esposizione favoriscono la maturazione anche di vitigni tardivi come il Nebbiolo; inoltre, tali fattori sono responsabili della tipica struttura e longevità di cui godono i vini del Piemonte.

Alcune zone che più di altre sono diventate famose per la qualità dei vini che vi si producono sono:

  • le Langhe: i vini delle Langhe sono rinomati in tutto il mondo. Chi è alla ricerca di un pregiato vino delle Langhe può scegliere tra grandi etichette di Barolo, Barbaresco e Nebbiolo, tutti vini piemontesi famosi e apprezzati per le notevoli qualità determinate dal ricco terroir in cui sono prodotti.
  • il Roero: si tratta di una zona particolarmente vocata alla produzione vinicola, dove si produce il vino Arneis. Oltre al vino bianco piemontese Arneis, qui si produce il Roero che gode della denominazione di origine controllata.
  • il Vercellese, zona in cui si produce il Gattinara, tipico vino piemontese e unico vino del vercellese che gode della Docg, e l’Erbaluce di Caluso, vino piemontese bianco che gode della denominazione di origine controllata ed è prodotto nelle varianti bianco, passito e spumante.
  • il Monferrato: tra i vini del Monferrato spiccano per pregio note etichette di vino rosso piemontese, ma anche ottimi vini bianchi piemontesi prodotti con vitigni locali e internazionali. Per citarne alcuni vini della zona nominiamo il Barbera, il Grignolino, il Freisa e il Malvasia di Casorzo.
 

Vino bianco piemontese: le denominazioni principali

Sono molti i vini bianchi piemontesi che si ottengono con le uve coltivate sulle colline pedemontane: Arneis, Chardonnay, Cortese, Erbaluce, Barbera bianca, Favorita, Malvasia, Falanghina, Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling, Timorasso, Moscato, Nascetta.

In totale, si contano 14 Docg piemontesi. Tra i vini piemontesi bianchi che godono della denominazione troviamo molti nomi famosi:

  • Asti e Moscato d'Asti: si tratta di due tipologie che nascono dal vitigno Moscato ma molto differenti tra loro. L’Asti è uno spumante realizzato con metodo Martinotti (nome dall’enologo piemontese che lo ha inventato) e ha un sapore più dolce e un perlage più ricco rispetto al Moscato d’Asti.
  • Gavi o Cortese di Gavi: è prodotto esclusivamente in provincia di Alessandria in tre diverse tipologie: tranquillo, frizzante e spumante. Ha un colore limpido e un bouquet generalmente molto delicato; è un vino gradevole da bere grazie al suo gusto fresco e armonico.
  • Alta Langa: un vino bianco piemontese prodotto nella variante spumante con uve Pinot nero e Chardonnay cui si aggiunge una piccola percentuale di vitigni non aromatici idonei alla coltivazione in Piemonte. Il suo colore giallo paglierino può assumere sfumature che vanno dal tenue all’intenso. Il suo bouquet è generalmente complesso e fragrante e il suo gusto fine e armonico.
  • Erbaluce di Caluso: così chiamato perché prodotto principalmente sulle colline intorno a Caluso, in provincia di Torino. Giallo paglierino, sprigiona profumi che ricordano i fiori di campo e si caratterizza per un sapore secco e fresco.
  • Roero Arneis: vino bianco piemontese prodotto in alcuni comuni della provincia di Cuneo, principalmente lungo la riva del fiume Tanaro, è caratterizzato da un colore giallo paglierino più o meno intenso arricchito di riflessi ambrati. Il bouquet rilascia note erbacee, fresche e delicate mentre il sapore è asciutto e gradevolmente amarognolo.
 

Altri vini tipici piemontesi

Esistono molti altri vini piemontesi bianchi che non godono della denominazione più importante ma che sono ugualmente considerati pregiati per le loro tipiche qualità.

Eccone alcuni:

  • Colli Tortonesi: un bianco intenso e gradevole con un fresco sapore leggermente amarognolo.
  • Coste della Sesia: dal tipico colore giallo paglierino e il sapore secco e armonico.
  • Langhe Favorita: delicato nei profumi, secco e amarognolo nel sapore.

Unico e particolare, il vino piemontese bianco è un’eccellenza che si fa apprezzare in tutte le sue versioni. La sua varietà non annoia i più assidui degustatori, che ne decantano le qualità e ne esaltano le potenzialità, tanto che in futuro lo vedremo sempre più protagonista nelle liste dei migliori vini italiani accanto al saldamente posizionato fratello rosso.

Spesso si tende ad associare l’eccellenza dell’enologia piemontese ai grandi rossi come il Barolo, il Barbaresco, il Nebbiolo, il Dolcetto e il Barbera. Eppure, dalle stupende colline ricoperte da infiniti filari di vigneti a perdita d’occhio delle Langhe, del Roero e del Monferrato emerge anche un vasto patrimonio vitivinicolo “in bianco”.

Il Piemonte dei bianchi si racconta al meglio mediante le diverse varietà e le caratteristiche dei vini e soprattutto grazie alle storie dei produttori che hanno lavorato per affermare i vini a bacca bianca in un contesto dove vige il predominio dei calici “in rosso”.

Ne sono un esempio Vigneti Massa, Tenuta Carretta e Tenuta Olim Bauda, piccole aziende ma produttrici di grandi vini bianchi piemontesi.

 

Vigneti Massa

Vigneti Massa nascono dal duro lavoro e dal coraggio del vignaiolo Walter Massa che dagli anni ‘70 è alla guida della cantina familiare fondata dagli antenati nel 1879. La proprietà vitivinicola si estende per 23 ettari sulla collina del Monleale, a circa 300 metri di altitudine. Ben 10 ettari sono riservati alla produzione della vite a bacca bianca Timorasso, un vitigno che rischiava l’estinzione e che Walter Massa ha riscoperto negli anni ‘80 intuendone le potenzialità e sperimentando caparbiamente diverse tecniche in cantina.

Dopo la prima raccolta, risalente al 1987, si sono susseguite annate più o meno interessanti, ma è solo in quella del 1995 che si è avuta la svolta perché si è capito che anche i bianchi possono invecchiare e che il Timorasso esprime il meglio di sé a due anni dalla produzione.

In seguito alla lungimiranza di Walter Massa, anche altri produttori hanno creduto nelle potenzialità di questo vitigno autoctono tortonese.

Dopo le 600 bottiglie della prima annata, la missione di riportare in vita questo vitigno può dirsi realizzata: oggi Massa produce circa 60 mila bottiglie l’anno. Un successo che fa arrossire, anche se non è il caso visto che parliamo di vino bianco piemontese.

Derthona Vigneti Massa su My Wine Store

Il fulcro della produzione dei Vigneti Massa a base di Timorasso è rappresentato dal Derthona, che prende il nome dall’antico nome di Tortona, ottenuto da uve meno selezionate rispetto a quelle impiegate per il Costa del Vento, il vino cru della cantina Massa.

Il Derthona deve le sue caratteristiche proprio alle uve, con grappoli medio-grandi, compatti, acini sferici e polpa carnosa. La raccolta è manuale, in cassetta e con vinificazione esclusivamente in acciaio.

Di colore giallo paglierino, il Derthona di Vigneti Massa regala al naso piacevoli fragranze floreali. Ha buona struttura; in bocca è sapido, minerale e fresco.

Il Derthona è un ottimo bianco da aperitivo, ma accompagna bene anche i pasti se a base di pesce, verdure o salumi.

 

Tenuta Carretta

Tra il Roero e le Langhe la Tenuta Carretta è considerata la più antica e più estesa grazie ai suoi 70 ettari di vigneti, di cui 35 sono concentrati principalmente nel Piobesi d’Alba. Qui la vite, che percorre le colline formando una sorta di teatro naturale intorno all’edificio dove è situata la cantina, è coltivata secondo il metodo Guyot. Questo è un sistema che permette una migliore maturazione delle uve ma una minore resa che però va a vantaggio della qualità del vino.

La Tenuta Carretta, inoltre, attraverso la raccolta ancora fatta a mano, esprime la più profonda e viva cultura del vino piemontese che si basa su una stretta unione tra uomo e natura. Non a caso l’UNESCO, proclamando i paesaggi vitivinicoli del Piemonte patrimonio dell’umanità, ha dichiarato che: “I vigneti di Langhe, Roero e Monferrato costituiscono un esempio eccezionale di interazione dell'uomo con il suo ambiente naturale: grazie a una lunga e costante evoluzione delle tecniche e della conoscenza sulla viticoltura si è realizzato il miglior adattamento possibile dei vitigni alle caratteristiche del suolo e del clima, tanto da diventare un punto di riferimento internazionale”.

Cayega Tenuta Carretta su My Wine Store

Tra i bianchi prodotti dalla Tenuta Carretta il favorito è il Cayega DOCG, derivante da uno dei vitigni più antichi del Piemonte, il Roero Arneis. Arneis, che nel dialetto regionale significa “birichino”, è considerato un po’ pazzerello perché le sue uve mutano di anno in anno. Ma anche se “scontroso”, il risultato è un vino piacevole, fragrante e armonico.

Prodotto nell’antico e affascinante vitigno del Roero di proprietà della Tenuta, tra dolci pendii e storie di famiglie nobili, il Cayega è frutto di un territorio vocato alla viticoltura da secoli.

Per la Tenuta Carretta l’innovazione tecnica affianca sempre il rispetto delle tradizioni locali. Il prodotto finale è il risultato di cultura, passione e orgoglio.

 

Tenuta Olim Bauda

Quella di “fare il vino” è una tradizione che nella Tenuta Olim Bauda si tramanda di padre in figlio: terreni, edifici ma soprattutto esperienza e passione risplendono con fermezza nei calici dei suoi vini. La tenuta è artefice della produzione di uno dei più importanti vini bianchi della regione: il Gavi o Cortese di Gavi DOCG.

Il Cortese è un vitigno autoctono a bacca bianca coltivato fin dal ‘700 da Alessandria ai Colli Tortonesi, ma raggiunge il suo apice nella zona di Gavi.

Da qualche anno il Cortese di Gavi si è conquistato un posto privilegiato tra i vini di “alto livello”, grazie soprattutto all’impegno di produttori come la Tenuta Olim Bauda che hanno cercato di consolidare l’immagine di questo vino nel mercato dei bianchi di qualità.

Ma anche altri vini della Tenuta meritano di essere citati.

Moscato d'Asti Tenuta Olim Bauda su My Store Store

Il Centive, ad esempio, un Moscato d’Asti cremoso e persistente, dal naso aromatico ed estremamente intenso, con note floreali e fruttate, sentori di salvia, sambuco e agrumi. Al gusto si presenta fresco e fragrante, con un perfetto equilibrio tra dolcezza ed acidità. Sul finale risulta particolarmente cremoso e persistente.

La vinificazione avviene sulle bucce per pochissime ore a basse temperature, dove il mosto viene separato e sottoposto ad una prima filtrazione per renderlo più limpido. La fermentazione invece si svolge in autoclavi a temperature piuttosto basse, per un periodo che va dai 20 ai 30 giorni circa, durante la fermentazione avviene la presa di spuma. Per interrompere la fermentazione il mosto viene quindi raffreddato ulteriormente e microfiltrato per l'imbottigliamento.

 

Il Piemonte con questa immensa ricchezza enoica è in grado di sbalordire anche il più esperto amante del vino: a livello enologico è una certezza, che fa bene al palato, ma soprattutto a mente e anima.

La sua varietà non annoia i più assidui degustatori, che ne decantano le qualità e ne esaltano le potenzialità, tanto che in futuro lo vedremo sempre più protagonista nelle liste dei migliori vini italiani accanto al saldamente posizionato fratello rosso.

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