Casale del Giglio e acqua pazza: sapori e storie delle tavole pontine

Pubblicato in data

Con il giusto abbinamento tra vino e piatto l’esperienza sensoriale diventa scoperta. Il Petit Manseng Casale del Giglio e il pescato all’acqua pazza ci rivelano storie controverse e affascinanti

Casale del Giglio e acqua pazza: sapori e storie delle tavole pontine

A tavola il vino ha una dimensione in più rispetto a quella degustativa: inebria i sensi e, insieme al piatto abbinato, sfiora corde più sensibili, quelle della conoscenza e della scoperta. Assaporando affiorano immagini, sensazioni e suoni di un nuovo territorio; la storia, le sue vicende e le abitudini delle sue genti si fanno più chiare. L’esperienza sensoriale ha un senso più ampio: sorseggiare diventa piacere della scoperta. Accomodiamoci di fronte a un Petit Manseng di Casale del Giglio e a un piatto delle isole pontine a base di “acqua pazza”. Insieme ci rivelano i segreti dell’Agro Pontino e dei vecchi pescatori del Tirreno.

Il Petit Manseng è un vino bianco, dal gusto fresco e minerale, di ottima struttura. Al primo sorso l’Agro Pontino ci circonda, ai nostri occhi la tenuta di Casale del Giglio.

Casale del Giglio è più di una semplice cantina. Casale del Giglio è un’ambizione, quella di innovare e sperimentare per rendere anche l’Agro Pontino una zona vitivinicola di rispetto. Non è un’utopia: si tratta di un progetto nato negli anni ’80 che, su 60 vitigni, ha portato alla nascita di etichette da monovitigno o da assemblaggio dall’interessante rapporto tra qualità e prezzo. Il focus è il rilancio del territorio, senza solide radici in termini di enologia. La bonifica del periodo fascista infatti ha cambiato le sembianze dell’ecosistema di un’area paludosa e malsana. L’Agro Pontino è ora una distesa pianeggiante, sabbiosa e argillosa, ricca di minerali su cui Casale del Giglio prova nuove tecniche, sperimenta un modo diverso di coltivare la vite, innova per valorizzare. Casale del Giglio crea la tradizione, quella del vino pontino.

Il Petit Manseng interpreta bene questo progetto. Pur non essendo il vino di punta di Casale del Giglio, il suo vitigno e le tecniche di coltivazione destano un interesse sempre maggiore nell’Agro Pontino. È un bianco fresco, dal profumo intenso che trova massima espressione con i sapori del mare. E il mare di storie da raccontare ne ha tante.

Il Tirreno conserva quella dell’acqua pazza: i pescatori di Ponza e quelli del golfo di Pozzuoli se ne contendono l’appartenenza, ma su quanto accadeva anni fa al porto nessun dubbio. L’acqua pazza è la storia di reti issate, di mercati popolati, di rientri a casa con ‘bottini’ esigui ma saporiti: tutte le rimanenze del pesce venivano bollite per un unico grande pasto, povero ma completo. L’acqua pazza era un brodetto composto da acqua di mare e un po’ di vino bianco.

Come ogni piatto di umili origini, oggi il pesce all’acqua pazza primeggia nei menù dei migliori ristoranti del posto. La sapidità del Petit Manseng accompagna bene la leggerezza che questo metodo di cottura conferisce al pescato. Insieme ci regalano un racconto appassionante: la freschezza del Petit Manseng è specchio del fare giovane e innovativo di Casale del Giglio; la delicatezza del pescato all’acqua pazza è storia di vita da ricordare.

Il Petit Manseng è un vino nuovo e accessibile; il pesce all’acqua pazza è un piatto leggero e semplice da preparare. La complicità tra Petit Manseng e acqua pazza ci conduce in un’area importante del nostro paese, in cui il passato ha origini modeste e il presente scrive una nuova storia.

Che piacere questa scoperta!

Design CODENCODE