La Cuvée 745 e gli altri champagne Jacquesson

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La serie Jacquesson prosegue con la 745, una Cuvée nata dalla consueta logica della maison: produrre ogni volta il miglior blend possibile! 

La Cuvée 745 e gli altri champagne Jacquesson

Dalla vendemmia 2017 nasce l’ultima Cuvée Jacquesson, la 745. Un assemblaggio di vini di annata, provenienti da decine di parcelle, e completato da una piccola parte di “de réserve” tenuti in cantina per diversi anni.

La 745 prosegue la consueta numerazione Jacquesson, un segno distintivo della maison, usato per mettere in evidenza le diverse personalità dei vini. Tra i primi a introdurre il concetto di sans année, i fratelli Chiquet, alla guida della maison, non puntano alla media, ma a realizzare ogni anno il miglior blend possibile: tutte le risorse si uniscono in una sola bottiglia, nello spirito dell’annata e dei vini di riserva, per uno champagne unico e ogni volta sempre diverso.

Per la Cuvée 745 Jacquesson, le uve provengono da Aÿ, Dizy, Hautvillers (66%), Avize e Oiry (34%). Nel 2017 inverno e primavera sono stati particolarmente piovosi, e ad aprile alcune gelate tardive hanno devastato i vigneti. Il tempo si è assestato a luglio, con temperature più alte a fine mese; fine agosto è stato altrettanto caldo, ma piovoso. La vendemmia si è svolta dal 4 al 13 settembre, con una selezione rigorosa delle uve: la resa è bassa, ma i grappoli scelti sono maturi e sani, e i vini ricchi e densi.

Le bottiglie prodotte per la Cuvée 745 sono 205.164, più 8.082 magnum e 250 jeroboam.

Il dosaggio finale è di 0,75 g/l.

L’originalità delle Cuvée numerate

Cuvée 744, 743, 742, arrivando alla prima bottiglia numerata: a rendere da subito originale e riconoscibile Jacquesson è la scelta di attribuire a ogni nuovo champagne un numero in serie.

Il riferimento è all’annata e al suo andamento climatico, con una filosofia produttiva che, soprattutto negli ultimi anni, privilegia la provenienza territoriale delle uve più che le percentuali usate per l’assemblaggio.

Così per la 744, ad esempio, si fa riferimento alla vendemmia 2016, con la consueta maturità ottimale di uve di Pinot Nero e Meunier provenienti da Aÿ, Dizy e Hautvillers e di Chardonnay da Avize e Oiry.

Da Memmie Jacquesson ai fratelli Chiquet

Maison Jacquesson

La maison porta il nome di Miemme Jacquesson, che l’ha fondata nel 1798 riscuotendo fin da subito grande apprezzamento grazie alla qualità dei vini prodotti. Nel 1810 lo champagne Jacquesson riceve addirittura una medaglia d’oro per la “Beauté et la Richesse de ses Caves” da Napoleone, il miglior riconoscimento all’epoca per un’impresa commerciale.

La promettente attività del fondatore continua per mano del figlio, Adolphe Jacquesson, che dà una spinta innovativa all’azienda, nonché al mondo del vino: con il supporto di Jules Guyot, introduce in vigna la tecnica di impianto e potatura omonima, Guyot, diffusasi poi in tutto il mondo. Negli anni successivi deposita il brevetto della “gabbietta” per il tappo delle bottiglie, invenzione straordinaria che risolve i grandi problemi legati allo spago, usato ai quei tempi.

Dopo la sua morte, la maison vive un tracollo, recuperato nel 1925 da Leon de Tassigny, artefice di aver risollevato le sorti di Jacquesson.

Attualmente lo spirito glorioso della famiglia Jacquesson prosegue grazie ai fratelli Chiquet, alla guida della maison. Loro obiettivo è produrre un blend esclusivo, sempre migliore, e che rappresenti appieno la vendemmia. Ogni Cuvée proviene in grandissima parte da uve della stessa annata, con una produzione di qualità e non industriale che prevede circa 250000 bottiglie.

A dimostrazione della grande ambizione dei fratelli Chiquet e della forte volontà di dare un prosieguo all’anima Jacquesson vi è il fatto che, nonostante il successo, la produzione non è mai stata aumentata e le uve provengono sempre dai 28 ettari dei vigneti di proprietà.

A essere usato è il succo di prima spremitura dei tre Grand Cru e dei due Premier Cru, per un Grand Vin de Champagne ottenuto da vinificazione rigorosa e invecchiamento ottimale, che portano a introdurre sul mercato ogni bottiglia in ordine di maturità e non cronologico.

I terreni e il metodo Jacquesson

La maison Jacquesson si trova a Dizy, vicino ad Aÿ e Avize, ai piedi delle Montagne de Reims. Le condizioni climatiche sono rigide e, in parte, sono responsabili della tipicità di terroirs, resi grandi dall’alchimia tra gli elementi naturali e il lavoro dell’uomo.

In vigna, il metodo Jacquesson fa leva su aspetti come la scarsa o inesistente concimazione, l’aratura dei terreni, l’inerbimento, la bassa carica di gemme, con lo scopo di evidenziare le singolarità di ogni parcella. I metodi tradizionali usati fanno sì che il terreno si esprima perfettamente per evidenziare le singolarità delle parcelle e dare personalità agli champagne.

Le uve d’annata sono, in genere, Chardonnay, Pinot Meunier e Pinot Nero; l’aggiunta di una piccola percentuale di vini di riserva contribuisce alla complessità dello champagne senza privarlo delle caratteristiche dell’annata, valorizzata ogni volta in modo eccellente.

Nel metodo di produzione Jacquesson si distinguono inoltre i dosaggi, sempre molto bassi, per preservare finezza e purezza del vino, sotto il limite massimo dell’Extra brut.

Le Cuvée Jacquesson

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