Viaggio a Col d’Orcia, azienda storica e biologica di Brunello

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Con Gianmichele Grieco scopriamo qualcosa in più su Col d’Orcia, dai vini ai progetti per il futuro. Informazioni che non troverai altrove…

Viaggio a Col d’Orcia, azienda storica e biologica di Brunello

“Il futuro a Col d’Orcia è quello di valorizzare ancora di più le specificità di ogni singolo vigneto, di ogni singola particella nella realizzazione dei cru, gli specifici cru di Brunello. Abbiamo il Brunello Poggio al Vento, che è stato uno dei primi cru di Brunello di Montalcino con la prima vendemmia nel 1982; abbiamo il Nastagio, e di recente abbiamo lavorato a un cru Brunello che si affianca al Poggio al Vento e al Brunello Vendemmia. Il futuro è dedicato alla realizzazione di altri cru. Il prossimo sarà quello di Brunello Vigna Banditella.”

Obiettivi ambiziosi, impegno costante e grande cuore: Gianmichele Grieco ci ha raccontato cose davvero interessanti su Col d’Orcia.

Innanzitutto ci ha detto del grande cuore dell’azienda. Perché questa favolosa realtà toscana ha la responsabilità di gestire 500 ettari di proprietà che vanno dalla collina di Sant’Angelo in Colle fino al fiume Orcia. Si tratta di 500 ettari gestiti per un terzo a seminativo, un terzo a bosco – c’è anche una fascia di bosco che avvolge le vigne-, e l'altro terzo sono vigneti, soprattutto di Sangiovese.

Serve tanto cuore per occuparsene alla maniera di Col d’Orcia, ovvero nel rispetto totale della natura e dell’ambiente.

Nel 2010, infatti, l’azienda ha iniziato un percorso molto importante di conversione al biologico, ottenendo nel 2013 la certificazione su tutte le produzioni. Perché Col d’Orcia non è solo vini; a Montalcino c’è anche la pasta, l’olio, addirittura il tabacco; collaborando con una piccola manifattura della Valtiberina, Col d’Orcia produce un sigaro fatto a mano chiamato Orciolo, simile al toscano.

Sul Moscadelletto di Montalcino

Dal Rosso di Montalcino al Poggio al Vento, da subito i vini Col d’Orcia hanno dimostrato di avere davvero molto da raccontare.
C’è una “chicca” in particolare di cui Gianmichele ci parla, ed è il Moscadello, vino antico di Montalcino. Pochi hanno consapevolezza della sua storicità. Oggi, infatti, pensando a questa terra viene in mente il Sangiovese, ma in realtà il Brunello di Montalcino è un vino relativamente giovane, di cui si parla dalla seconda metà dell’Ottocento.

Tuttavia già nell'alto Medioevo, nel Rinascimento, Montalcino era conosciuta soprattutto per il Moscadello di Montalcino. Tant'è che un grande scienziato italiano, Francesco Redi, anche scrittore, nella metà del Seicento scrisse un libro, Bacco in Toscana, per il granduca di Toscana, dove concluse dicendo che il Montepulciano di ogni vino è il re. Disse questo perché il Brunello ancora non c'era.

E ancora, parlando di Montalcino citò il Moscadello di Montalcino: “Del Leggiadretto, del sì divino Moscadelletto di Montalcino… un tal vino lo destino
per le dame di Parigi, e per quelle, che sì belle rallegrar fanno il Tamigi”.

Un grande vino, quindi, conosciuto dai grandi scrittori e dai rappresentanti della nobiltà italiana, esportato anche in Francia e in Inghilterra.

Sulla gestione Col d’Orcia e la ricerca dell’eccellenza

L’occhio che sa osservare nota subito quanto ogni piccolo aspetto, anche della terra, a Col d’Orcia è curato in modo quasi maniacale. La consapevolezza che ogni giorno, in qualunque contesto e settore, è possibile fare sempre meglio stimola il continuo bisogno di miglioramento, insito nella natura dell’azienda toscana.

Un’impronta espressa anche nel simbolo del marchio Col d’Orcia: sei scudi che rappresentano le colline di Montalcino e la mano indicante la stella, che è la ricerca dell’eccellenza.

Solo così è possibile realizzare ciò che l’azienda si prefigge sin dal principio: produrre i vini migliori che si possono ottenere dall’eccezionale combinazione del suolo e del clima di questa area di Montalcino.

Sulla percezione del vino attraverso l’arte

Entrando nella bottaia abbiamo la sensazione di trovarci in un santuario, avvolti da un’atmosfera quasi mistica. Anche il contesto in cui si va a degustare influenza la percezione e contribuisce a rendere esclusiva l’esperienza.

La musica, ad esempio, può amplificare la percezione del mondo esterno e dare una sensazione diversa, aggiungere valore all’assaggio del vino. Un qualcosa di molto interessante, che ha ragione di esistere con sorsi notevoli.

Da Col d’Orcia ne arrivano diversi, e in attesa delle produzioni future, concludiamo con due grandi proposte, disponibili in catalogo, pluripremiati negli anni: Brunello di Montalcino e Poggio al Vento.

   

Brunello di Montalcino Col d'Orcia

Brunello di Montalcino Col d’Orcia

Ottima struttura, pieno e persistente, il Brunello di Montalcino Docg Col d'Orcia esprime un’elegante complessità. Come da tradizione dell'azienda, viene invecchiato per tre anni completi nelle grandi botti di rovere prima dell’imbottigliamento e viene tenuto in cantina un anno prima di arrivare sul mercato. Si presenta con colore rosso rubino, dai riflessi granati. Al naso è elegante, con intense note fruttate, come la mora, che si integrano con le spezie donate dal rovere. Un vino di ottima struttura, pieno e persistente con tannini morbidi e maturi. Presenta un retrogusto sapido e piacevolmente fruttato.

Un grande rosso toscano da abbinare con tagliate di manzo e, in generale, carni alla brace.

    

Poggio al Vento Col d'Orcia

Poggio al Vento Col d’Orcia

Dal cuore della tenuta e dall’omonimo vigneto, che letteralmente significa “collina esposta la vento”, nasce questo eccezionale Brunello di Montalcino Riserva. Vino di grande successo, il Poggio al Vento si presenta con un rosso rubino intenso. Al naso presenta un bouquet complesso e deciso, in cui le note di frutti rossi, quali la ciliegia, la mora ed i mirtilli, sono accompagnate da tabacco, liquirizia e sentori tostati. Al palato è un vino di grande struttura, elegante ed equilibrato, presenta dei tannini maturi ed avvolgenti. Chiude con un finale piacevolmente fruttato, sapido e persistente.

Il Poggio al Vento Col d'Orcia è ottimo abbinato a preparazioni a base di carni rosse, come stufati e brasati, ed eccellente con selvaggina da pelo, formaggi stagionati, anche piccanti. 

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