Degustazione in cantina: Pakravan Papi apre le porte

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Passione e tradizione hanno ridato vita a un’area della Maremma Settentrionale quasi dimenticata. È la storia di Pakravan Papi e la scopriamo attraverso i suoi vini, Gabbriccio, Beccacciaia e Serra de’ Cocci

Degustazione in cantina: Pakravan Papi apre le porte

In Toscana, nella Maremma Settentrionale, c’è uno scrigno che contiene colori, odori e sensazioni quasi dimenticati, come se il tempo si fosse fermato alle consuetudini etrusche. Qui clima e macchia mediterranea sembrano decidere tutto: venti freschi spirano dalla Valle Padana, attraversano l’Appennino Tosco-Emiliano, accarezzano ginepri, lecci e corbezzoli, fino a incontrare la forza mitigatrice del mare. Se non fosse stato per una storia di passione questa natura selvaggia sarebbe diventata addirittura prepotente.

La passione è per il vino, la storia è di Pakravan Papi.

Pakravan Papi è cultura del vino, è amore per ambiente e territorio, è coraggio. Pakravan Papi è un’azienda agricola toscana che ha saputo ridare nuova luce a un luogo quasi dimenticato, nonostante la sua innata vocazione per l’enologia. In quest’area della Toscana, infatti, la macchia mediterranea era divenuta quasi invadente, lasciata a uno stato di solitudine che prendeva il sopravvento su qualsiasi volontà di innestare nuove viti. Tranne che su quella di Pakravan Papi. Rimesso su il vecchio podere di famiglia, l’azienda avvia il progetto di recupero di una zona fortemente predisposta alla coltivazione della vite, senza contrastare le volontà della natura. Così territorio e clima continuano ad agire liberamente, l’uomo produce in accordo con essi.

I lavori d’impianto dei nuovi vigneti portano al recupero del Sangiovese, alla scelta nuova del Bordolese e alla sperimentazione dei bianchi. I processi di lavorazione aderiscono a procedure autonome di eco sostenibilità che mirano al moderato impiego di anticrittogamici e al trattamento naturale dei vini.

Sfumature di vino toscano: i fantastici tre di Pakravan Papi

Nella tenuta Pakravan Papi la raccolta dell’uva viene eseguita a mano: quella di ogni vigneto viene vinificata separatamente, poi assemblata dopo il primo affinamento in barrique.

infografica pakravan papi

Gabbriccio, il Sangiovese che viene dal mare

Da buon vino rosso toscano, il Gabbriccio seduce per la solida struttura e la particolare complessità che raggiunge con l’invecchiamento. Questo rosso è il ritorno del Sangiovese sulla costa, dove i vitigni di origine francese la fanno da padroni; ma Pakravan Papi sa che ogni area della Toscana è devota al vitigno, così dà vita a una vigna autoctona di Sangiovese piccolo. Il risultato è un vino, il Gabbriccio, che si presenta in purezza e sostiene lunghi periodi di invecchiamento; in più esprime un buon mix di aromi freschi e fruttati che, invecchiando, si fanno speziati. Questo rosso toscano è un passepartout per la cucina italiana: si abbina a molti piatti tradizionali a base di carne, primi anche semplici come tagliatelle al pomodoro, formaggi stagionati.

Beccacciaia, il rosso che mette d’accordo terreno e uve

Il Beccacciaia nasce dal Merlot. La forma di allevamento della vite è a spalliera e lo sviluppo annuale della pianta è limitato: Pakravan Papi mantiene così un giusto equilibrio tra scarsa disponibilità idrica del suolo e quantità di uva prodotta. Il risultato è un vino rosso toscano che fa della qualità il suo punto di forza. È ricco di tannini, aromatico e profumato; prevale la visciola e, sul finale, note balsamiche creano equilibrio tra la struttura tannica e la ricchezza alcolica. Le caratteristiche organolettiche del Beccacciaia si prestano all’assaggio di selvaggina, in umido o sotto forma di salumi, carne di maiale grigliata e formaggi come l’Auricchio.

Serra de’ Cocci, lo Chardonnay dai tratti mediterranei

Nel DNA ha la Borgogna, ma il carattere è mediterraneo. Serra de’ Cocci è la scommessa di Pakravan Papi di imprimere allo Chardonnay l’indole toscana: il sole, la forza dei venti marini e la conformazione del territorio donano a questo bianco una marcia in più, senza intaccarne freschezza ed equilibrio tra sapidità e acidità. Serra de’ Cocci fermenta in barrique e, dopo un affinamento di 8 mesi, diviene intenso nel profumo e nella struttura. Sa di agrumi e di acacia, ma anche di frutta matura. Il suolo gli dà una mineralità perfetta per accompagnare sauté di vongole, baccalà e primi piatti di pesce, poi formaggi come pecorino o parmigiano.

Nella degustazione di questi vini il piacere ci coinvolge, mentre ci affascina l’aura di coraggio che cela ogni etichetta. Perché Gabbriccio, Beccacciaia e Serra de’ Cocci sono storie di scelte, quelle di Pakravan Papi che, educando la natura e con rispetto, torna a far splendere una terra d’arte.

E tu, hai mai provato un vino Pakravan Papi?

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